Morgana di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

“E’ evidente che i maschi vivono da millenni in una condizione che è stata di dominio ed è di privilegio professionale e sociale. Serve che lo ripeta io? Quando ho iniziato, le donne c’erano ma non andavano mai oltre un certo livello. Si supponeva che non potessi avere un’idea. Se invece sei un uomo, non solo puoi averla, ma puoi anche essere esigente. Il fatto è che il vero nemico è dentro, quando permettiamo alle persone di trattarci con superiorità. Ma se hanno un problema è loro, non tuo. Non puoi passare la vita a combattere. La vera battaglia è fare un buon lavoro.”

Che cosa hanno in comune le donne descritte nel libro “Morgana” (Mondadori edizioni) di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri? Sicuramente la volontà di andare oltre i limiti imposti dall’uomo in quanto tale, dall’educazione, dalla società.

Ciascuna di loro ha una storia da raccontare, una vita ricca di scoperte alla ricerca di una donna che non rientri nei canoni quotidiani.

È la storia di Moana Pozzi che a 18 anni scappa da Genova, da un’educazione rigida e bigotta per seguire i suoi precetti. “Per me è proibito: non sperimentare tutto ciò che ci incuriosisce, avere troppa fiducia negli altri, non sapersi lasciare andare ai sentimenti ed alle passioni…”.

Caterina da Siena con la sua personalità straordinaria che riuscirà ad esaudire il desiderio di prendere i voti con le Mantellate.  Cercherà di comprendere Dio tramite il volontariato svolto con determinazione e una forza d’animo fuori dal comune per una donna dell’epoca.

Grace Jones, cantante modella e attrice fuori dai canoni stabiliti. “So che le persone si sentono intimidite da me, ma è solo teatralità. (…) L’immagine è il mio mestiere. Uso il mio corpo per creare.” E quello che crea in tutte le sue forme è carico di tensione ed energia selvaggia.

Le sorelle Bronte che sono state talento, genio e poesia in tutto quello che hanno scritto.

Qui c’è Moira Orfei che ha fatto fermare tutta Milano. (…) Nemmeno Sofia Loren ha fatto fermare tutta Milano.” La parola circo evoca la figura di questa donna giunonica con il caratteristico neo sul viso, truccata in modo marcato e con una acconciatura imponente.

Quante vite si possono vivere dentro l’unica che ci è data? E quante evoluzioni di noi stesse ci consentirà di fare un mondo che dimentica tutto tranne il giudizio e che a distanza di decenni è ancora pronto a tirarti in faccia gli errori della persona che sei stata?Tonya Harding, ricordata non per essere riuscita ad eseguire il triple axel sui pattini, ma per essere la ex moglie dell’uomo che prese a bastonate la sua rivale, Nancy Kerrigan.

Solo le performance leggendarie e scioccanti possono descrivere appieno il genio e la grandezza di Marina Abramović. “La distruzione come forma espressiva fa parte della sua stessa esperienza di vita.

La bambina prodigio della danza e della recitazione. La riccioli d’oro per antonomasia. Shirley Temple, che viene spinta dai genitori a calcare le scene fin dalla giovanissima età. Diventerà prima un’icona e poi uno scandalo del cinema.

Vivienne Westwood, stilista ideatrice dello stile punk. “Sentivo di dover diventare un cavaliere per impedire alle persone di farsi del male e penso che questo abbia a che fare con lo stile dei miei abiti. Bisogna prepararsi ad agire ed impegnarsi.

Zaha Hadid: “Io non faccio piccoli edifici graziosi. Perché attenersi all’angolo di 90 gradi quando ce ne sono disponibili altri 359? La vita non è una griglia disegnata su carta millimetrata. Prendete un paesaggio naturale: non c’è nulla di regolare o piatto, ma tutti trovano questi luoghi piacevoli e rilassanti (…). Di orribili edifici a basso costo se ne vedono fin troppi.”

Con questo libro le due autrici hanno voluto scrivere un omaggio a una Morgana dimenticata, Claudette Colvin, che 9 mesi prima di Rosa Parks aveva osato sedersi su un autobus occupando un posto per “bianchi” nell’America del 1955. Aveva compiuto quel gesto non tanto perché volesse fare valere i propri diritti, ma soltanto perché aveva 15 anni, era incinta e stanca.

Ma perché definire tutte queste donne Morgana? Perché come questa figura mitologica, dai poteri sovrannaturali, che si pose sempre come antagonista degli eroi, le donne descritte nel libro sono andate contro le regole imposte dalla società e i rigidi schemi in cui è confinato il mondo femminile.

Sveva Assembri

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